Quella della biblioteca di Biella è una storia corale. Non c’è un solista, ma una pluralità di voci. Tra queste, alcune forse spiccano maggiormente, ma è l’insieme ad aver costituito e a costituire la forza di questa istituzione. Non è un solo lascito, come accade in altri casi, a determinare il sorgere dell’ente, non è una sola volontà a sostenere la necessità della sua nascita, perché sono più persone che caldeggiano, combattono e la tutelano; proprio per queste ragioni, la biblioteca per 150 anni, ha avuto il più bel nome che potesse avere e cioè Civica. Civica rimanda al suo etimo e cioè cives. Sono alcuni cives di quella Biella lontana nel tempo che, in una gara di emulazione reciproca, decidono di fare sempre meglio e di fare il meglio disponendo di donare i migliori libri conservati per sé nelle dimore private tramutandoli in patrimonio condiviso. Sono sempre quei cives che sollecitano una politica spesso sorda o distratta, affinché venga presa a cuore la causa della biblioteca di tutti, della biblioteca pubblica. È poi lo spirito di servizio inteso nel più nobile dei significati a spingere altri cives professori, studiosi e impiegati, scopertisi bibliotecari, prima a concepire un’idea, poi a progettarla e infine a realizzarla, ciascuno a modo proprio, ma mai solo per sé.
Anna Bosazza, Direttrice Biblioteca Civica di Biella
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