Il volume, edito a Lisbona nel 1598 (scritto nel 1558 e tradotto in spagnolo prima della pubblicazione in portoghese), è un’opera tragica in cinque atti del poeta e drammaturgo Antonio Ferreira (1528-1569), uno dei maggiori esponenti del classicismo umanistico lusitano.
Il libro, unico esemplare presente nel catalogo nazionale, è rilegato in pelle con dorso decorato in oro e sul contropiatto anteriore reca la nota manoscritta: «libro rarissimo comprato a Coimbra nel 1851 dal commendator G.B. Cossato e da lui donato al suo amico Gaetano Demarchi». Sul contropiatto è presente anche l’ex libris di Gaetano Demarchi, avvocato, deputato del Regno di Sardegna, classicista e conoscitore della lingua e della letteratura inglese.
Il libro, unico esemplare presente nel catalogo nazionale, è rilegato in pelle con dorso decorato in oro e sul contropiatto anteriore reca la nota manoscritta: «libro rarissimo comprato a Coimbra nel 1851 dal commendator G.B. Cossato e da lui donato al suo amico Gaetano Demarchi». Sul contropiatto è presente anche l’ex libris di Gaetano Demarchi, avvocato, deputato del Regno di Sardegna, classicista e conoscitore della lingua e della letteratura inglese.
Nel 1903 Cesare De Marchi, avvocato di Zubiena, lasciò alla Città di Biella un’importante donazione di 3500 opere appartenute alla sua famiglia di «valore intrinseco veramente notevole», come ben specificato nella relazione che fece nello stesso anno il prof. Alessandro Roccavilla al sindaco Corradino Sella. I volumi incrementeranno il patrimonio della biblioteca del Liceo Classico che unita, nel 1921, a quella della biblioteca comunale annessa alle Scuole Professionali, confluirà nella Civica.
Il racconto, che rappresenta forse l’opera più conosciuta dello scrittore portoghese, si riferisce alla travagliata storia d’amore fra la nobildonna galiziana Ines de Castro, figlia del potente e illustre don Fernando de Castro, e il principe Pietro, erede al trono del Portogallo e Algarve. Siamo nella metà del Trecento. Passione e sentimenti si intrecciano a intrighi di corte e ragioni di stato che culmineranno in una guerra civile, fortunatamente di breve durata, che armerà le mani del re Alfonso IV contro il proprio figlio, sposo della nobile Costanza Manuel di Castiglia.
La futura principessa è accompagnata dalla giovane e affascinante damigella, nonché cugina, Ines. Ma le logiche d’amore sono imprevedibili e Cupido scocca le sue frecce proprio fra Pietro e la bella Ines: nasce un sentimento tanto imprevisto quanto travolgente e passionale, inizialmente celato con fatica, che si rivelerà quando la sfortunata Costanza morirà in seguito ad un parto.
Per i due amanti pare aprirsi una prospettiva felice e non più clandestina ma il re Alfonso non gradisce l’unione fra i due. Forse per ragioni dinastiche, oppure per l’influenza che la castigliana Ines pareva avere sul principe Pietro, il re su suggerimento di alcuni consiglieri decide di far uccidere la donna che si trovava con i figli presso Coimbra: è il momento culminante del dramma che si consuma nel sangue e che trascina nella disperazione Pietro il quale, accecato dalla rabbia, vuole vendetta.
La vicenda storica si confonde con la leggenda, tanto da sfociare anche nel macabro. Dopo che Pietro ereditò il trono (con il nome di Pietro I) alla morte del padre, avvenuta nel 1357, si vendicò crudelmente degli assassini. Rese ufficiale il matrimonio con la sua adorata Ines (si narra sia avvenuto precedentemente in segreto) e fece riesumare il cadavere della povera donna, affinché gli fossero tributati gli onori che spettano ad una regina amata sino quasi alla follia, facendola poi seppellire nel monastero di Alcobaca. Una vicenda amorosa, tragica, ricca di pathos e suggestioni letterarie.
La futura principessa è accompagnata dalla giovane e affascinante damigella, nonché cugina, Ines. Ma le logiche d’amore sono imprevedibili e Cupido scocca le sue frecce proprio fra Pietro e la bella Ines: nasce un sentimento tanto imprevisto quanto travolgente e passionale, inizialmente celato con fatica, che si rivelerà quando la sfortunata Costanza morirà in seguito ad un parto.
Per i due amanti pare aprirsi una prospettiva felice e non più clandestina ma il re Alfonso non gradisce l’unione fra i due. Forse per ragioni dinastiche, oppure per l’influenza che la castigliana Ines pareva avere sul principe Pietro, il re su suggerimento di alcuni consiglieri decide di far uccidere la donna che si trovava con i figli presso Coimbra: è il momento culminante del dramma che si consuma nel sangue e che trascina nella disperazione Pietro il quale, accecato dalla rabbia, vuole vendetta.
La vicenda storica si confonde con la leggenda, tanto da sfociare anche nel macabro. Dopo che Pietro ereditò il trono (con il nome di Pietro I) alla morte del padre, avvenuta nel 1357, si vendicò crudelmente degli assassini. Rese ufficiale il matrimonio con la sua adorata Ines (si narra sia avvenuto precedentemente in segreto) e fece riesumare il cadavere della povera donna, affinché gli fossero tributati gli onori che spettano ad una regina amata sino quasi alla follia, facendola poi seppellire nel monastero di Alcobaca. Una vicenda amorosa, tragica, ricca di pathos e suggestioni letterarie.
Maurizio Pavarin