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Biblioteca Civica di Biella

De animalibus insectis libri septem

Tra le opere principali di Ulisse Aldrovandi, il De animalibus insectis libri septem è considerato il primo trattato “moderno” di entomologia, dal momento che le descrizioni e i disegni di insetti e di invertebrati sono frutto di osservazioni dirette sul campo. Vermi e molluschi compaiono per la prima volta su un testo a stampa, tra l’altro arricchito da un indice poliglotta.
Il De animalibus fu pubblicato nel 1602 dal tipografo bolognese Giovan Battista Bellagamba, conosciuto soprattutto per le sue notevoli edizioni per cui utilizzò sempre caratteri belli e fregi di buon gusto. Il volume, ricco di pregiati fregi xilografici di ottima fattura, presenta una legatura in marocchino e dorso e coperte impreziositi da ricchi decori in oro, con marca tipografica recante il motto in cornice “Omni tempore”; fu originariamente posseduto dalla Scuola Professionale di Biella, come attesta un timbro ad olio sul frontespizio calcografico.

 

Ulisse Aldrovandi (1522-1605), naturalista, botanico ed entomologo bolognese, docente in Logica, Filosofia e Filosofia naturale, fu studioso del mondo naturale nei suoi vari aspetti, tanto da consegnare ai posteri una numerosissima quantità di appunti, studi, ricerche, erbari, volumi, raccolte di rarità, reperti naturali e artificiali che, al giorno d’oggi, sono custodite al Museo Aldrovandiano presso l’Università di Bologna.
Fin da giovane mostrò un’indole curiosa ed esuberante che lo portò ad effettuare numerosi viaggi e a provare diversi percorsi di studio, tra Bologna e Padova, prima di laurearsi in Medicina e Filosofia nel 1553. La conoscenza del botanico imolese Luca Ghini, nel 1549, segnò una svolta nella sua vita: cominciò ad interessarsi delle erbe e delle piante, passione che sfociò in una raccolta sistematica di esemplari avvenuta grazie a spedizioni in tutto il mondo e con la quale diede vita a quello che è attualmente conosciuto come Erbario di Ulisse Aldrovandi.

 

Parallelamente alla sua attività di Docente universitario (dopo Logica, Filosofia e Botanica, nel 1561 fu creata appositamente per lui la nuova disciplina Filosofia Naturale) portò avanti le sue ricerche in campo zootecnico, ittiologico e botanico, prendendosi cura nel frattempo del primo Orto Botanico di Bologna, istituito proprio per sua iniziativa. Autore di numerosi trattati sul mondo naturale, alcuni dei quali apparsi postumi e spesso corredati da una ricca iconografia, Aldrovandi è altresì noto soprattutto come realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale: i reperti e le mirabilia che accumulava, infatti, erano messi a disposizione dei suoi studenti e, successivamente, di tutta la città di Bologna.
I termini con cui Aldrovandi soleva chiamare la sua collezione scientifica (“Teatro” o “Microcosmo di natura”) ben esprimono la sua fame di conoscenza e il suo impegno nel divulgare i propri studi sulle meraviglie naturali, così come la sua volontà testamentaria di donare al Senato bolognese il suo immenso patrimonio di ricerca: 18.000 esemplari naturalistici e manufatti archeologici ed esotici, 7.000 piante essiccate conservate in 15 tomi, 17 volumi di acquerelli e 14 armadi contenenti matrici xilografiche.

 

Irene Fulcheri