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Biblioteca Civica di Tollegno

Histoire critique du gnosticisme

L’opera, in lingua francese, edita nel 1828 in tre volumi, traccia un’approfondita storia dello Gnosticismo e la sua influenza sulle sette religiose e filosofiche dei primi sei secoli dell’era cristiana.
L’autore è Jacques Matter (1791-1864), storico e professore di filosofia, autore di pubblicazioni e ricerche di carattere filosofico ed esoterico.

 

La sua è una ricerca appassionata, nella quale emergono i tratti dell’antico sistema di pensiero religioso che egli considera forse il più originale fra quelli dell’antichità. Per svolgere il suo lavoro si recò in molte biblioteche, ad esempio quella di Strasburgo, nella quale trovò informazioni e documenti su «una miriade di opere preziose» e su «diversi Abraxas inediti», una parola dall’incerta etimologia e dai significati occulti e polivalenti, spesso incisa su pietre e gemme usate come talismani a cui venivano attribuiti poteri magici, e che ricorre negli scritti gnostici. Trovò materiale di studio anche nelle botteghe di antiquari e allargò il suo sguardo su testi ed opere di collezioni pubbliche e private. Inoltre, ha voluto considerare la tensione fra la dottrina ortodossa cristiana e la visione spirituale gnostica, evidenziando le articolate connessioni che, dal suo punto di vista, esistevano fra lo Zoroastrismo, la Kabbalah, il platonismo giudaico di Alessandria ed altre concezioni filosofiche e religiose.

 

Interessante è il terzo volume Planches che contiene 18 carte di tavole litografate che riproducono e descrivono, con dovizia di particolari, la complessa ed articolata simbologia gnostica.
Fra gli schemi e la numerosa iconografia presente nello studio di Matter, la Tavola I.E. riunisce alcune figure curiose, ricche di simboli misteriosi ed iscrizioni affascinanti: ad esempio, gli occhi e le ali delle divinità costituiscono una di queste metafore a cui l’autore rimanda, a p. 274 del primo volume, un’interpretazione più dettagliata. L’ Abraxas-sole, a capo di tutti «i geni stellari, le cui regioni attraversa l’anima del defunto nel suo pellegrinaggio verso il pleroma…» è l’altrettanto curioso tema che trova spazio nella Tavola 1F, fig. 1. In questa sezione si trovano anche raffigurazioni, come la fig. 6, che rimandano al mondo greco e romano.

 

La nostra Biblioteca Civica conserva tutti e tre i volumi rilegati in carta semirigida, anche se non in perfette condizioni di conservazione. Il terzo volume contenente le tavole purtroppo è mutilo e quindi non è completo. Alle pagine dell’occhietto e del frontespizio, il timbro impresso ad olio reca l’indicazione: «Biblioteca Civica di Biella (annessa al Liceo) Donatore Eredi Prof. B. Amosso-Biella». Si tratta della donazione degli eredi del tipografo Bernardo Amosso risalente all’inzio del Novecento. Come già scritto, la biblioteca annessa al Liceo è sorta nel 1880 soprattutto grazie all’iniziativa del professor Luigi Guelpa ed è poi confluita successivamente, con la biblioteca della Scuola Professionale, nell’attuale Civica.

 

Maurizio Pavarin