La Biblioteca Civica di Biella possiede in tre volumi i cinque libri di Historiae animalium dello scienziato e umanista svizzero Konrad Gesner (1516-1565) grazie alla donazione di Giuseppe Venanzio Sella alla Biblioteca della Scuola Professionale. La prima edizione è stata pubblicata nel 1551-1558 a Zurigo, primo esempio di trattato moderno sulla zoologia e prima bibliografia di storia naturale, una delle grandi opere a stampa del Rinascimento. I volumi in-folio con legatura in pelle, indicazioni dell’autore e del titolo impresse in oro sul dorso, piatti filettati in oro, tagli spruzzati in rosso, fanno parte dell’edizione del 1617-1621 a opera di Hendrick Laurensz, stampata a Francoforte e illustrata dall’artista e disegnatore naturalista Lucas Schan, attivo dal 1526 al 1558.
Gesner medico, naturalista, teologo, bibliografo, professore di greco, nel 1545 pubblicò Bibliotheca Universalis la prima bibliografia a stampa delle opere di scrittori greci, latini ed ebraici; i suoi studi spaziarono dalle scienze naturali alla botanica, dalla teologia alla filologia.
Gesner medico, naturalista, teologo, bibliografo, professore di greco, nel 1545 pubblicò Bibliotheca Universalis la prima bibliografia a stampa delle opere di scrittori greci, latini ed ebraici; i suoi studi spaziarono dalle scienze naturali alla botanica, dalla teologia alla filologia.
Realizzata in cinque volumi e complessivamente da più di 4500 pagine, l’opera contiene osservazioni scientifiche, letterarie, storiche e allegoriche su ogni animale citato da fonti ebraiche, greche e latine, ricavate dall’Antico Testamento, dagli scritti di Aristotele, di Plinio e di Eliano. Per realizzare l’opera Gesner consultò oltre 80 testi in greco e 170 in latino, bestiari medievali, pubblicazioni moderne in tedesco, francese e italiano, tutte elencate nel libro primo. Fece realizzare centinaia di incisioni xilografiche, molto dettagliate, che rappresentano sia animali reali sia immaginari come il Monocerote (Unicorno), l’Hydra, gli Hominibus Marinis (uomini marini), il Basilisco, il Dracone alato fino alla descrizione di specie estinte o di recente scoperta come quelle delle Indie e delle Americhe. Da segnalare l’illustrazione del Rhinocerote (Rinoceronte) che riprende l’incisione di Albrecht Dürer del 1515, la prima illustrazione dei fossili, e la prima descrizione di Rattus norvegicus.
Sul frontespizio di ogni opera è posta una vignetta xilografata, raffigurante un diverso animale inerente alla tematica trattata: per il libro primo De Quadrupedibus viuiparis un mammifero, per il libro secondo Quadrupedibus oviparis un sauro, per il libro terzo De Avibus un uccello, per il libro quarto Piscium & Aquantilium Animantium natura un pesce, per il libro quinto De Serpentium natura un rettile e per la sesta parte, non realizzata da Gesner ma pubblicata postuma insieme al libro quinto, e dedicata agli insetti Insectovm libellvs, qvi est de Scorpione degli scorpioni.
Ogni volume ha un indice alfabetico in lingua latina, ebraica, greca, italica, ispanica, gallica, germanica, anglica e illyrica degli oltre mille animali presentati. Per ogni animale vengono descritte le caratteristiche fisiche, i comportamenti, le malattie tipiche, le abitudini anche alimentari, i luoghi in cui sono vissuti nella storia e altre curiosità come la loro presenza nell’arte e in letteratura.
Historiae animalium rimase il libro di riferimento di zoologia fino e oltre a Linneo grazie alla presenza dell’apparato iconografico utilizzato per la prima volta nella storia della zoologia. Sotto papa Paolo IV l’opera di Gesner venne inserita ne Index librorum prohibitorum (1559) in quanto si riteneva che l’autore, di religione protestante, avesse contaminato la sua opera con le proprie convinzioni religiose.
Historiae animalium rimase il libro di riferimento di zoologia fino e oltre a Linneo grazie alla presenza dell’apparato iconografico utilizzato per la prima volta nella storia della zoologia. Sotto papa Paolo IV l’opera di Gesner venne inserita ne Index librorum prohibitorum (1559) in quanto si riteneva che l’autore, di religione protestante, avesse contaminato la sua opera con le proprie convinzioni religiose.
Valeria Ceffa