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Biblioteca Civica di Biella

Nicola Mosso, [Libro dell’architetto]

Nicola Mosso (Graglia 1899 - Torino 1987), architetto formatosi professionalmente a Torino e apprezzato esponente dello “Jungenstil”, appartiene a quel gruppo di persone che alla fine degli anni Venti danno vita al movimento definito Secondo Futurismo. Il suo nome, insieme a quello di Pietro Torrione (1913-1971), allora direttore della Biblioteca Civica e del Museo cittadino, è legato alla sistemazione del Museo Civico di Biella con sede in via Pietro Micca. Tale incarico era stato conferito poco prima del ritrovamento della necropoli romana durante gli scavi per la realizzazione di Villa Bertrand in via Cavour, e nel momento in cui il Museo Egizio di Torino decideva di destinare al museo biellese alcuni pezzi in omaggio all’egittologo biellese Ernesto Schiaparelli.

 

In adesione ai principi del funzionalismo il progetto poneva l’accento sulla tipologia di teche utilizzate e su uno studio accurato dell’illuminazione. Nicola Mosso decise di utilizzare un materiale nato in epoca autarchica: il cristallo V.I.S. Securit (Società Italiana Vetro Italiano di Sicurezza), il quale permise di realizzare teche con intelaiature ridotte al minimo e un’ottima visibilità. La struttura, inaugurata il 28 settembre 1952 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ebbe molta risonanza nelle pagine dei giornali locali che non esitarono a definirla «il più moderno museo d’Europa» («il Biellese», martedì 23 settembre 1952, n. 75; l’articolo era illustrato da un disegno della Sala Egizia che Leonardo, allora ventiseienne, aveva realizzato con il padre).

 

È importante ricordare anche che per l’allestimento Nicola Mosso si aggiudicò nel 1952 il secondo premio “Vis Securit Domus” bandito dalle riviste “Domus” e “Casabella” e dalla Società Italiana Vetro Italiano di Sicurezza, assegnato da una giuria di grandi nomi (Gio Ponti, Massimo Bontempelli, Giuseppe Pagano, Piero Ginori-Conti…). Per partecipare Nicola Mosso aveva dovuto preparare un “dossier”, proprio il “Libro dell’architetto” di cui stiamo parlando (donato alla Biblioteca dall’architetto Leonardo, figlio di Nicola, e sua moglie, l’architetto Laura Castagno; per ulteriori approfondimenti sull’oggetto e sulla donazione si veda: Anna Bosazza e Gianfranco Cavaglià, Il libro dell’architetto, «Rivista Biellese» 2020/1, A. 24, n. 1, gennaio 2020, p. 52-60).

 

Il “Libro-oggetto” si presenta come un album a fogli mobili, dotato di un meccanismo che consente l’apertura del volume ideato da Nicola Mosso in ottone tramite l’inserimento di piccole fascette metalliche sul dorso, che consentono lo scorrimento e l’apertura a 180 gradi. I due piatti sono di cristallo Securit e un tondino metallico permette l’apertura e la chiusura del piatto superiore (il vetro e ottone usati sia per l’esposizione sia per il libro rimandano, ovviamente, ad echi futuristi). I cartoncini contenuti uniscono fotografia e disegno in un’unica soluzione compositiva. Ognuno riporta una didascalia manoscritta vergata con incredibile precisione, e dettagliate spiegazioni illustrano di tavola in tavola l’uso del cristallo e le diverse soluzioni espositive. Anche le fotografie in bianco/nero contenute, realizzate dallo stesso Mosso, non sono meri documenti visivi ma, grazie a tagli e inquadrature suggestive, forniscono una lettura anche emozionante dell’esposizione.
Le immagini contenute sono state integralmente digitalizzate e messe a disposizione sul portale BiblioBI.

 

Sandro Montalto