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Biblioteca Civica di Ronco Biellese

Panorama preso dal Monte Bo

Il volume, presente in sole tre copie nel sistema bibliotecario nazionale, illustra lo splendido panorama che si può ammirare dalla cima del monte Bo, che, con i suoi 2556 metri d’altitudine, è una meta molto amata dagli escursionisti biellesi e fra le più importanti dell’alta valle del Cervo.
L’opuscolo, edito a Torino nel 1879, è un estratto del Bollettino del CAI del 1877 (n. 31). Sul frontespizio è impresso il logo del Club Alpino Italiano, fondato a Torino il 23 ottobre 1863 dopo che Quintino Sella, Giovanni Barracco e i fratelli verzuolesi Paolo e Giacinto di Saint Robert salirono sul Monviso. La loro fu la prima spedizione italiana che, dopo un’ardua salita nella metà del mese di agosto dello stesso anno, arrivò sull’ambita vetta. Poco dopo l’ascesa al cosiddetto Re di Pietra, da Verzuolo, Sella scriveva al suo amico geologo Bartolomeo Gastaldi dicendogli che anche a Londra e a Vienna esisteva un’associazione i cui menbri si dedicano all’alpinismo, e «Ora non si potrebbe fare alcunché anche da noi? Io crederei di sì».

 

Tornando al Bo, il paesaggio che si può osservare dalla sommità è talmente esteso e suggestivo che, come afferma l’autore Edoardo Francesco Bossoli, «»non vi è viaggiatore tanto insensibile, che a tale spettacolo non dimentichi le fatiche della salita, per prorompere in un grido di ammirazione».
Il fascicolo è composto da un testo di 8 pagine, corredato da una mappa ripiegata dei sentieri che conducono alla vetta, realizzata dalla tipografia e litografia Amosso di Biella. Altre due carte in bianco e nero, ripiegate, della lunghezza di 126x24 cm e datate luglio-agosto 1874, realizzate dall’autore, descrivono il vasto orizzonte visibile dalla parte settentrionale e meridionale della cima. Sono minuziosamente indicati i monti e le rispettive altezze e distanze in linea d’aria: dal Cervino, al Monte Bianco, sino all’Adamello. Dal lato opposto sono segnalate, tra le altre, le località della pianura padana, il Rocciamelone, l’Argentera o la Grivola.

 

Avere la possibilità di ammirare il tramonto o il sorgere del sole dal Bo è uno spettacolo della natura veramente suggestivo. L’autore suggeriva di pernottare nei casolari dell’alpe Ghiaccetto o del Balmone, posti circa 400-500 metri più in basso. Allora non era certamente possibile fermarsi al bivacco Antoniotti, ora presente poco sotto la cima, poiché venne costruito solo nel 1881 dalla sezione del CAI di Biella (come riportato nel supplemento alla rivista dell’associazione per il 1904-1905, n. 70, venne finanziato con sottoscrizioni e la «"vendita di un quadro bozzetto del Monte Bo", regalato dal cavalier Domenico Vallino»). Quest’ultimo, alpinista, scrittore e fotografo dilettante, ricoprì la carica di sindaco di Biella, nel 1872 fu il primo segretario della sez. CAI della città e dal 1879 responsabile della biblioteca della Scuola Professionale.

 

Maurizio Pavarin