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Biblioteca Civica di Brusnengo

Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

Giuseppe Venanzio Sella fu uno spirito eclettico: industriale laniero con interessi economici, politici, scientifici e culturali, coltivò anche la passione per la fotografia ad altissimo livello. A metà Ottocento, infatti, fu all’avanguardia nell’utilizzo e sperimentazione di quella che, nell’ambito di un ampio processo di modernizzazione, era una nuova e senz’altro rivoluzionaria tecnologia che suscitava un crescente interesse tecnico e artistico.
Conobbe fotografi come Henri-Charles Plaut, M. E. Chevreul e incontrò il dagherrotipista Frederich von Martens, a cui Giuseppe Venanzio dedicò il primo trattato di fotografia uscito in Italia: il Plico del fotografo, ovvero Arte pratica e teorica di disegnare uomini e cose sopravetro, carta, metallo, ecc. col mezzo dell'azione della luce, composto da ben 415 pagine. Per ampliare le sue conoscenze si abbonò alla rivista parigina La Lumière, cercando saggi e pubblicazioni. Si procurò i prodotti chimici necessari per sperimentare le tecniche, fece realizzare una camera oscura e studiò le caratteristiche ottiche delle lenti da utilizzare e gli effetti fisici della luce per imprimere le immagini. È del 3 giugno 1854 una lettera, indirizzata al fratello Quintino, nella quale gli diceva: «Quando sarai a casa ti prenderò il ritratto col vetro grande e con un collodio che ho fabbricato io stesso». Come è noto, il figlio di Giuseppe Venanzio, Vittorio, alpinista provetto che viaggiò e partecipò a importantissime spedizioni, erediterà questa passione diventando uno dei più straordinari fotografi della montagna.

 

Il Plico del fotografo, edito a Torino da Paravia nel 1856, e tradotto in francese per l’enciclopedia Roret «dal signor. E. de Valicourt, autore di ottimi trattati scientifici», diede visibilità a Giuseppe Venanzio Sella in ambito accademico e internazionale.

 

Nella seconda edizione riveduta ed ampliata del 1863 posseduta dalla nostra Biblioteca Civica, c’è quindi un saggio sulla fotografia e la tecnica fotografica: dall’ottica applicata, alla chimica utilizzata dal fotografo «nelle sue operazioni pratiche». Vengono descritte con chiarezza le varie tipologie di procedimenti per realizzare immagini su albumina, collodio, su carta e su lamina ed altri metodi particolari che rappresentano non solamente un insieme di tecniche, ma una peculiare abilità espressiva e comunicativa di scrivere attraverso la luce, come il nome stesso rimanda. Come ricorda Valerio Castronovo nel suo libro sull’ Imprenditore e uomo di studi biellese, Sella amava tanto le discipline scientifiche, quanto la letteratura classica, da affermare «mi consolo delle miserie della vita leggendo i classici latini».

 

Maurizio Pavarin