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Biblioteca Cittadellarte Fondazione Pistoletto - Biella

Relation du naufrage de la Polagre Sarde Vigilante

È come un romanzo d’avventura, dove non manca un alone di mistero tinto di giallo sull’accaduto, la dettagliata relazione del tragico naufragio del veliero sardo Vigilante, avvenuto all’altezza delle coste dell’Uruguay. Il libro, in lingua francese, edito a Buenos Aires nel 1833 dall’Imprimerie de l’Indipendence, è scritto da César Hypolite Bacle, passeggero dell’imbarcazione insieme a sua moglie, due figli ed una persona di servizio.

 

Questo volume, unico esemplare presente nel catalogo delle biblioteche italiane, purtroppo mutilo delle prime pagine, faceva parte della biblioteca di Carlo Giuseppe Ferraris (1792-1859) e del fratello Francesco (1787-1855), entrambi farmacisti di origine gragliese. La collezione dei fratelli fu depositata provvisoriamente in Biblioteca Civica di Biella dallo studioso di piemontese, di storia locale, poeta e bibliofilo Giacomo Calleri Damonte, nel 1995. Alla morte di quest’ultimo, per sua volontà, i testi sono entrati a far parte del patrimonio della Civica. La raccolta comprende opere di carattere scientifico, politico, di letteratura classica, dizionari e molti testi sudamericani coevi ai farmacisti, come Veinte dias en Genova del 1842, di Juan Bautista Alberdi, importante uomo politico argentino, amico di Carlo Ferraris (del fondo Calleri fa parte anche un incunabolo del 1496, il Tractato uolgare di frate Antonio arciuescouo di Firenze).

 

Siamo nel mese di maggio del 1832, nel territorio brasiliano di Santa Catarina. Il signor Bacle era giunto in quella località per svolgere delle ricerche di storia naturale e, nel corso del suo soggiorno durato alcuni mesi, raccolse un considerevole quantitativo di materiale. Un imprevisto lo costrinse a rientrare nella capitale argentina, con l’intenzione di proseguire verso la Francia a causa di problemi di salute della moglie. Prese contatti, pertanto, con il genovese Pietro Delpino, capitano della Vigilante diretta a Montevideo, che acconsentì all’imbarco della famiglia Bacle con il suo consistente carico.
Il particolareggiato racconto, intenso e carico di pathos, nella seconda parte narra il drammatico naufragio, avvenuto il 25 marzo 1833, all’altezza della spiaggia di Saint Rafael nella Punta del Este di Maldonado: durante questi concitati momenti, un giovane marinaio di 24 anni, accorso generosamente in aiuto per prestare soccorso, perse la vita.

 

Il libro è corredato da due tavole, una delle quali, a pagina 68, è una suggestiva immagine del veliero, semisommerso e in balia delle onde, di fronte alla spiaggia dov’è radunata una folla e che rappresenta la scena dove si sta consumando la tragedia. La seconda è un estratto della carta del Rio de la Plata, nella quale è tracciata la rotta seguita dal Vigilante sino al luogo dell’affondamento.
Nelle conclusioni esprime il bisogno di ringraziare le persone che lo hanno aiutato a far fronte alla disgrazia. In particolare, cita un certo Ferraris. Ma chi era?
Anche se non appare il nome, è probabile che si tratti proprio di Carlo Giuseppe, il quale, per motivi politici legati a fatti avvenuti nel 1821, forse per sfuggire alla «condanna di quindici anni di galera», come ricorda Severino Pozzo nel suo libro Biella. Memorie storiche ed industriali, riparò per alcuni anni in America del Sud.

 

Maurizio Pavarin