L’album persiano è da considerarsi uno dei più bei volumi che la Biblioteca Civica conserva.
Contiene 15 albumine (quindi positivi stampati su carta trattata con l’albume d’uovo, come era d’uso in quell’epoca) del fotografo torinese Luigi Montabone, incaricato di testimoniare la Missione diplomatica italiana in Persia del 1862 e cioè la prima spedizione di rilievo dello stato appena costituito. Va detto che già Cavour nel 1860 si era occupato dei rapporti con la Persia e aveva ordinato al diplomatico Marcello Cerruti di recarvisi, probabilmente non solo a scopo commerciale; già dagli anni ’50 erano in corso rapporti con l’oriente, volti a trovare da un lato una soluzione ai problemi del Regno Sardo nell’ambito della produzione serica danneggiata dalla malattia dei bachi, dall’altro anche a trasportare, senza dare nell’occhio, armi nel Mar Nero e sul Danubio ai danni dell’Impero Austro-Ungarico. Dopo la morte di Cavour, anche i suoi successori, Ricasoli e Rattazzi, confermarono le medesime intenzioni e Cerruti nel luglio del 1861 fu nominato ministro residente a Costantinopoli. Fu quindi naturale conseguenza che venisse affidato a lui l’incarico di capo delegazione per l’importante missione in Persia del 1862 che, oltre che commerciale fu anche culturale-scientifica e, naturalmente, non priva di importanti implicazioni politiche. Permise infatti la stipula con il governo di Teheran di un trattato di amicizia, di commercio e di navigazione con la sottoscrizione di quattro articoli relativi alla libera estrazione delle sementi dei bachi da seta. Sappiamo dalle Note di un viaggio in Persia nel 1862, vivace resoconto redatto dal professor Filippo De Filippi, direttore del Regio Museo di Zoologia di Torino, capo della Commissione Scientifica, che Luigi Montabone con un aiutante, Alberto Pietrobon, furono incaricati di un vero e proprio reportage fotografico. L’esemplare ufficiale dell’ Album, contenente 60 fotografie, fu donato a re Nâseroddin e si conserva oggi al Palazzo del Golestan a Theran. Un’altra copia, appartenuta all’archeologo Austen Henry Layard, che l’aveva avuta in dono da Marcello Cerruti, è stata acquistata dalla Biblioteca Marciana di Venezia.
L’album conservato alla Civica è invece un’edizione in formato minore con 15 immagini. Unica altra copia nota, simile a questa, è conservata nelle raccolte museali dei Fratelli Alinari a Firenze ed è stata censita in occasione dello studio sull’importante ruolo dei fotografi italiani in Iran tra il 1848 e il 1864. Il reportage di Montabone è un importantissimo documento storico poiché ha rilevato e dato testimonianza di numerosi monumenti delle città persiane attraversate, siti archeologici, scene di vita, personaggi e ministri tra i quali spicca il bellissimo ritratto di Nâseroddin. Il preziosissimo esemplare della Civica (digitalizzato e consultabile su BiblioBi), sconosciuto ai curatori dell’esaustivo studio sulla Persia Qajar e sul ruolo dei fotografi italiani in Iran, è stato donato da Corradino Sella alla Biblioteca Civica a inizio Novecento. Con ogni probabilità si è trattato della copia appartenuta al professor De Filippi, fratello di Giuseppe, marito di Olimpia Sella.
La Civica possiede, grazie al dono di Giuseppe Mongilardi, anche il reportage del naturalista. La lettura di quest’ultimo, unita alla possibilità di ammirare gli splendidi scatti di Montabone, permette di calarsi in una realtà difficilmente immaginabile altrimenti. L’album è stato restaurato nel 2001, grazie a un contributo di Ada Landini, allora presidente della Commissione Cultura del Comune di Biella, in occasione dell’iniziativa Un libro da adottare. La Biblioteca Nazionale Marciana a partire dall’esemplare di Cerruti, nel 2010 ha organizzato Un italiano in Persia. Luigi Montabone e la fotografia dell’Ottocento, una esposizione di grandissimo successo e impatto.
Anna Bosazza